I want you - Prove di Vita Accelerata 2011 - ...
Continuo a vedere I want you come
un'opera unica ma tra i rami dell'albero che sto costruendo ce n'è
uno che in lunghezza sta crescendo di più. In modo non
troppo tortuoso mi pare, rispetto ad altri, è semplicemente di
dimensioni maggiori. Dietro questo accrescimento, come in tutte le
strutture, naturali o meno, che possono permettersi il lusso di
svilupparsi tanto, ci sono delle condizioni particolarmente
favorevoli. In questo caso un costo di produzione quasi irrilevante e
la non necessità di essere per forza esposte o installate da qualche
parte per poter esistere. Sto parlando delle Prove di Vita
Accelerata. Devo aggiungere però che queste opere devono sopratutto
la loro sopravvivenza al fatto che dopo cinque anni continuano per me
ad avere un senso, anche se sicuramente diverso da quello che
possedevano quando iniziai a lavorarci.
Ero molto interessato ai documenti che
le mostre producono: comunicati, locandine, cartoline, poster
(riservati a manifestazioni di lusso)... Tralasciando le profonde
cause di questa fascinazione, accelerare il deperimento e la
trasformazione di questi materiali mi pareva potesse dare da un lato
qualche indicazione sul futuro, del documento e dell'oggetto di cui
portava informazioni, e dall'altro fornirmi la possibilità di farne
un uso migliore di quello per i quali erano stati destinati. Il
secondo aspetto mi divertiva di più.
Dopo aver realizzato diverse Prove mi
sono accorto che il mio interesse si era spostato dal documento al
pavimento. Il pavimento di casa mia, quello sul quale lavoro,
quello che mi conserva la polvere di carta che tolgo dai fogli in
attesa di rifinirci spalmata sopra mescolata con della nobile resina
acrilica. A volte mi serve da base di appoggio per poterla spazzare
via ma sempre riesce a lasciare la sua impronta sulle opere. C'è una
sorta di continuità tra i fogli e il pavimento, le mattonelle che lo
compongono alzano la voce e dichiarano la loro presenza man mano che
il documento si distrugge. Che la maiolica possa averla facilmente
vinta sulla carta non mi pare una scoperta degna di nota e non è
questo a suscitare il mio interesse. L'aspetto che mi attira di
questo processo è la fusione che si crea tra l'opera e il pavimento,
due oggetti l'un l'altro estranei che diventano una cosa sola, e il
successivo e inevitabile distacco. Il fatto che l'impronta del mio
pavimento possa finire sul muro di qualcun altro mi inorgoglisce fino
ad un certo punto, ciò che mi darebbe piacere sarebbe sapere che chi
si trovasse davanti ad una Prova di Vita Accelerata riuscisse a
vedere la frattura. Sono il classico criminale che vuole sia
riconosciuto il proprio delitto.
Non vorrei dar vita ad opere orfane del
luogo deputato ad accoglierle, che ambiscano a poter stare a loro
agio dovunque si trovino. Se proprio debbano essere asportate e
asportabili che almeno mostrino le cicatrici.
I want you -Prove di Vita Accelerata
grottage su carta, vernice acrilica, polvere di carta
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